Ritratto di un genio del terzo milliennio

Vive a Villardora Leonardo Chiariglione
È lui il padre dell'era tecnologica digitale

Un cane di nome Dylan, una foto di Kennedy e la storia di un gran viaggio in moto attraverso l'Asia. Vita e opere di un uomo semplice

di EVA MONTI

 

VILLARDORA - Chi è Leonardo Chiariglione, ingegnere di professione e padre della tecnologia digitale per passione? Per scoprirlo occorre pazienza. Non è facile trovarlo nel suo ufficio allo CSELT, il centro studi e laboratori telecomunicazioni della Telecom di Torino che dirige ormai da più dieci anni. Sempre in giro per il mondo, da est ad ovest, da un continente all'altro, per ricercare, pprofondire e divulgare le tecnologie della comunicazione digitale, vi fa ritormo solo per dirigere il suo team di lavoro. Lo si può scovare a casa, in quell'angolo di paradiso che sta terra e cielo delle Alpi piemontesi.

La sua villa, al sommo della strada che dal centro di Villardora porta alla frazione Borgionera, s'affaccia sulla vigna del nonno che lui non ha mai voluto lasciare, ed alla quale ritorna appena può. Quando vi è nato, nel gennaio del '43, Villardora neppure faceva Comune. «Era stato il Duce a sopprimerla, accorpandola alla vícina e più grossa Almese». E' tornato ad esserlo più tardi, nel 1955, su iniziativa di alcuni villardoresi che non volevano perdere le proprie radici né la propria identità. Come lui, che si dice ed è cittadino del mondo, e non solo per essere il padre del nuovo linguaggio digitale, ma che non vuole abbandonarla.

Liceo classico dai Salesiani alle spalle, con una propensione per il greco ed il latino, Chiariglione non abbandona la sua visione umanistica della vita neppure quando passa agli studi scientifici al Politecnico di Torino dove si laurea in ingegneria elettronica. Sceglie infatti di prendere il dottorato in Comunicazioni elettriche andando in Giappone, all'università di Tokyo. «Un paese che mi ha sempre affascinato - spiega - ed ancora oggi il giapponese è la lingua che conosco meglio oltre alle standard richieste nel mio lavoro».

Oltre all'italiano, imparato sui banchi di scuola perchè in casa si parlava il dialetto, parla correttamente inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese che gli permettono di dialogare loro che incontra ai vertici mondiali a cui partecipa con naturalezza e spontaneità. Ma il viaggio in Giappone è qualcosa di più di un viaggio di studio. Vi torna infatti, più tardi, per finire il dottorato interrotto, con la moglie, Anna Bugnone, insegnante di lettere alle medie di Caselette, nativa del suo stesso paese, sposata nel 1972.

«Moglie e buoi dei paesi tuoi», scherza. E con lei fa uno dei suoi viaggi più belli, attraversando, per il rientro in Italia dal Giappone, l'Asia a cavallo di una moto. «Ce la siamo fatta mandare dal Giappone al Pakistan -dice accarezzandola, ora che fa mostra di sé nel giardino di Borgionera - l'abbiamo raggiunta in aereo e, una volta sdoganata, abbiamo iniziato il viaggio». Il Beluchistan, l'Afghanistan dopo il colpo di Stato, l'Iran che aveva ancora lo Scià, la Turchia e quindi la Bulgaria, la Jugoslavia e l'Italia. Fino alla sua vigna di Borgionera. È qui che son cresciuti i tre figli. Filippo, 23 anni, ingegnere, Riccardo 20 studente universitario alla facoltà di lettere, e la piccola Isabella, di soli 13, che frequenta il terzo anno della scuola media.

E'qui che Leonardo Chiariglione riceve, in uno studio che non ha nulla di celebrativo né di tecnologico, domestico e semplice come il terrazzo sul quale prende il sole Dylan, il fido cane di famiglia, ed i due gatti che gli fan compagnia. Eppure di targhe ed onorificenze da mostrare ne avrebbe, lui che, quale presidente del Mpeg, ne ha cevute molte. Ultima, in ordine di tempo il prestigioso Emmy, l'equivalente dell'Oscar per la televisione. «Non pensate però ad una serata di gala a fianco di Robert de Niro o di altri grandi attori- mininizza - ho ricevuto il premio alla serata dedicata alle tecnologie televisive, dove attori non se ne vedono in quanto per loro c'è una cerimonia particolare perl'Emmy allo spettacolo televisivo». Inoltre, tiene a precisare, non è un riconoscimento all'uomo ma al suo lavoro, condotto collettivamente. Tra cervelloni, appunto, che lui stesso capeggia e con i quali si vede assiduamente (sarà a Tokyo fra sette giomi) per discutere le sorti del mondo digitale, quello della comunicazione del futuro. «Che è già alle nostre porte», afferma, giocherellando divertito con la telecamera digitale acquistata in Giappone, uno strumento poco più grande del palmo della sua mano, sul video della quale scorrono le immagini del compleanno del figlio.

Ad affascinarlo, è ancora una volta la via nuova, quella che passa attraverso un linguaggio possibile tra i diversi cittadini del mondo. E se ieri erano i viaggi e la vita on the road, oggi continuano ad essere le nuove tecnologie: «Che ci permettono di dialogare traducendo in immagine il nostro pensiero, ma in modo che sia raggiungibile da tutti, da tutti comprensibile». Insomma il bit come l'alfabeto dell'Esperanto del domani che va ben oltre i confini di questa Europa ormai stretta.

L'ingegner Chiariglione oggi nella sua casa

 

Il giovane Leonardo A Nagano in Giappone con la sua Honda

 

«Cittadini del mondo» grazie ad un'invenzione

Così entreremo nel futuro più liberi

 

IL futuro è ora. Ed è comunicazione. Se è vero che il potere è conoscenza e la conoscenza è informazione, è stato ben più importante di un'innovazione tecnologica ciò che ha fatto Leonardo Chiariglione. Piemontese doc, residente in val di Susa, è il portavoce di ciò che veramente significa "progresso". «Ilfatto che una videocassetta acquistata in America o in Francia non venga letta dal mio videoregistratore - si lamenta - è una limitazione alla libertà».

Il gruppo Mpeg di cui Chiariglione è presidente, si è posto come obiettivo l'eliminazione di tutte queste limitazioni, un modo per rendere la Terra ancor più simile ad un piccolo villaggio dove tutti possono comunicare facilnente come "cittadini del mondo". Il risultato è ottimo ed in via di miglioramento. Con spirito di osservazione ed inventiva gli elementi del gruppo hanno scelto i pezzi più adatti ed hanno messo insieme un puzzle unico, un unico standard «La novità non è un'invenzione, un nuovo prodotto», precisa il leader: «Abbiamo considerato quali fossero le necessità e abbiamo applicato tecnologie esistenti per realizzare i nostri progetti». Ed eccoci all'alba dell'era digitale. Quando si parla di trasmissioni telefoniche, satellitari, via cavo, si parla di segnali. La novità sta nel lavorare con segnali digitali, anche laddove si utilizzava il metodo analogico.

Per analogico s'intende un segnale costituito da un'onda, per esempio quello del telefono tradizionale, in cui la voce dell'utente si muta in onda e poi ancora in voce. Stesso sistema per la radio e la televisione. Esiste il modo, però, di tramutare la voce, il suono, o l'immagine in impulso digitale, il bit, un numero che "descrive" l'onda. Il segnale digitale è quindi un insieme compresso di numeri, le "istruzioni" per poter ricostruire quella stessa onda.

Ma quali vantaggi ci potrebbero essere nelpassare dall'analogico al digitale? «Passando al digitale - spiega Chiariglione - si potranno fare le stesse cose di prima meglio ed inoltre saranno presenti nuove possibilità. I telefoni cellulari sono un valido esempio confrontando la generaaio ne Tacs con i Gsm. Con entrambi si parla e si ascolta allo stesso modo, ma lo spazio atto a contenere l'onda dei primi, equivale a quello occupato da cinque o sei segnali Gsm digitali».,

La "visione" di que st'uomo si realizza giorno dopo giorno. Si realizza nelle comunicazioni di filmati in Internet, si realizza nelle tv via satellite e via cavo, ed anche nei nuovissimi Dvd (Digital video disc), compact-disc che, grazie proprio ai modernissimi metodi di compressione Mpeg e ad accortezze di progettazione, conterranno interi filtn ad elevatissima qualità audio e video. «Quelli che lo chiamo "sogni " sono il mio motore precisa Chiariglione - ma procedo sempre un passo dopo l'altro». E aggiunge: «Penso, comunque, che sia molto vicino l'importante traguardo che vedrà fondersi assieme tv, computer e ogni altro genere di comunicazione».

E' questa l'immagine che elettrizza gli entusiasti appassionati tanto quanto atterrisce gli scettici. Non esiste, però, il rischio che un così grande amalgama possa diventare un unico mezzo a vantaggio di pochi? «L'unificazione dei mezzi significa facilità di comunicazione, non passaggio obbligato», spiega il presidente del gruppo Mpeg. «Esistono così tanti settori che nessun singolo o azienda, per quanto grande, potrebbe mai primeggiare in ognuno di essi. Ci sarà sempre posto per tutti».

E così, mentre milioni di persone osservano lo schermo sussultare di immagini e suoni provenienti dall'altro capo dei mondo, altrettanti "scaricano" da Intemet videoclip o videoconferenze e altri ancora si godono le spiegazioni multimediali della loro enciclopedia su cd-rom, Leonardo Chiariglione assieme agli altri elementi di tutto il mondo facenti parte del Moving Picture Experts Group, continua a muoversi verso il futuro ricordando il poster di John Fitzgerald Kennedy che vide da ragazzo all'ambasciata statunitense a Torino sul quale erano scritte le parole "i cittadini del mondo".

Andrea Monti